Entrare in relazione è qualcosa di estremamente semplice, costitutivo dell’essere umano e al tempo stesso quanto mai complicato, perlomeno se ci si pone nel raggio dell’autenticità. La magia e la paura che l’incontro con l’altro, se vero provoca, porta nell’ambivalenza che genera la possibilità di una scelta, quindi il portato di un atto di libertà. L’altro ci è sempre familiare, per quanto diverso; è umano come noi, ma può anche spaventarci, inquietarci perché, per quanto simile, rappresenta una sua unicità, differente dalla nostra. Spesso nel nostro sito ricordiamo quanto bene faccia riappropriarsi di parti di sé difficili, nascoste, rimosse. Sentirsi inquieti dovrebbe essere un interrogativo da cui partire per far pace con noi stessi e con la nostra storia, nel profondo. Certo è più facile sedare le inquietudini, ignorarle, negarle, raccontarsela insomma. Ma perché privarsi del paesaggio della propria anima? E se è faticoso arrivarci ricordiamoci sempre che è meglio essere perturbati che illusi!