Ci sono molti siti e centinaia di news, post e simili che suggeriscono tecniche psicologiche ed elenchi di propositi da seguire al rientro dalle vacanze per ripartire. Ma nulla può far da guida più che il rimanere autocentrati ed essere davvero in ascolto di sé e dell’altr*. L’esperienza di una quotidianità che schiaccia e toglie senso, magari a qualcosa che si è ritrovato durante le vacanze estive, è ciò che maggiormente connota la domanda d’aiuto in questo periodo dell’anno. Citare l’inconscio oggi, oltreché far sobbalzare Freud ovunque egli sia, lascia smarrite la maggior parte delle persone, anche quelle in terapia. Oggi si tende a portare qualcosa che evoca e allude al sintomo, magari si parlasse o si esprimesse di questo. Si riesce piuttosto a contattare un generico disorientamento; di coppia, individuale, un nebuloso malessere lavorativo. Tutto ciò per chi si occupa di salute mentale è davvero una sfida senza precedenti, ad interrogare e a interrogarsi, a far riemergere l’umano. Ma per fortuna c’è sempre spazio per la speranza per chi scrive, e soprattutto c’è sempre spazio per la resistenza.
