“I fantasmi non esistono” è un libro appena pubblicato, di Giuseppe Rizzo, che parla di un mondo neanche tanto sommerso ma che si fa fatica a guardare , perché guardare vuol dire pensare. Racconta le storie di chi esce dai radar del “socialmente condiviso”: senzatetto, detenuti, nuovi poveri, insomma quel disagio che ha il potere di metterci a disagio. Ed è questo il tema che ci ha colpito; accettare la fatica di raccontare queste storie che spesso hanno intorno un’altra fatica ancora più grande, quella degli operatori che gravitano intorno a loro: educatori, psicologi, medici, avvocati che si ingegnano, lontano dai riflettori, ad agganciare e tenere queste persone. Spesso non riescono, ma continuano, tutti i santi giorni, calati in una realtà che riguarda tutti , ma di cui pochi si occupano. Non sono eroi, nemmeno vogliono esserlo secondo noi; sono sicuramente però molto motivati e anche molto formati. Che poi vuol dire essere molto vivi e aver capito che non è più tempo di soluzioni individualistiche per andare avanti, perché l’altro/a riguardano sempre anche noi, che se vogliamo esistere per davvero i conti coi fantasmi dobbiamo farli!